Perchè credete? e come lo fate?

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Dreamland.is.nowhere
view post Posted on 23/8/2012, 13:06




Buongiorno a tutti.
Prima di iniziare questo post, vorrei premettere due cose:
1) questo post l'ho postato anche su un altro forum per avere altre opinioni
2)io sono ateo, ma rispetto qualsiasi persona credente. Indipendentemente da cosa creda.
Forse proprio per questo, la fede è un qualcosa che mi incuriosisce ma non riesco a comprendere.

Quindi, ne approfitto per fare delle domande!

Pur essendo nato nella provincia milanese, vengo da una famiglia che prende le proprie origini nel sud italia, dove la religione cattolica è forte e molto sentita.
Io però, non riesco a sentirla.

Quindi chiedo a tutti voi:
Per quale motivo si crede?

E inoltre, mi chiedo altre cose.
Ad esempio, vedo sempre più cattolici che invece di attenersi alle sacre scritture, alla parola di dio, quindi alla bibbia, si affida più alle parole di qualche prete.
La bibbia dovrebbe essere letta ed interpretata da ogni credente. Perché vi affidate ad un interprete della parola di dio, ovvero un prete? Perché non la interpretate da soli?

Perché lo stato vaticano possiede ricchezze? La bibbia (di cui loro dovrebbero essere studiosi e primi interpreti) incita più volte e chiaramente a restare nella povertà pur di aiutare gli altri. Esempio: "Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto" (Luca 3, 10-18)

E vedo sempre più cattolici praticanti che si allontanano dalla parola di dio, cadendo ad esempio in comportamenti xenofobici nei confronti degli immigrati, quando la bibbia ha diversi racconti dove "l'ospite" dev'essere al primo posto (vedi Abramo e i tre visitatori, genesi 18, 1-10)

Non scrivo queste domande per provocazione, sia ben chiaro. Cerco solo di capire dei punti di vista differenti dai miei e mi piacerebbe avere risposte non faziose.


Grazie a tutti per aver letto, e grazie a chiunque risponderà.
 
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BlackArrow
view post Posted on 24/8/2012, 21:18




Io credo in Dio però, ammetto che non mi piace andare in Chiesa.

Penso che le persone credano in un Dio (che può essere il Dio di qualsiasi religione) perché credono di non poter andare avanti giorno per giorno senza qualcuno in cui riporre ogni speranza. Inoltre, lo si prende come modello di vita perché, essendo un dio, è privo di qualsiasi peccato e giusto in qualsiasi sua "decisione". Penso anche che a molti spaventa l'idea del post-mortem e allora si affidano per tutta la vita ad un Dio per assicurarsi un aldilà sereno.

Di solito ci si affida all'interpretazione biblica di un prete perché si pensa sia giusta, in quanto lo si riconosce come una figura vicina a Dio. Il punto è che il clero in generale è composto da uomini e in quanto uomini sono peccatori (altrimenti sarebbero santi).
Quindi per quanto sia un'istituzione sacra si "lascia andare" a comportamenti peccaminosi.

CITAZIONE
Perché lo stato vaticano possiede ricchezze? La bibbia (di cui loro dovrebbero essere studiosi e primi interpreti) incita più volte e chiaramente a restare nella povertà pur di aiutare gli altri. Esempio: "Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto" (Luca 3, 10-18)

E vedo sempre più cattolici praticanti che si allontanano dalla parola di dio, cadendo ad esempio in comportamenti xenofobici nei confronti degli immigrati, quando la bibbia ha diversi racconti dove "l'ospite" dev'essere al primo posto (vedi Abramo e i tre visitatori, genesi 18, 1-10)

Il motivo per cui a me non piace andare in Chiesa.
 
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Reila12
view post Posted on 24/8/2012, 22:19




Scusa se mi intrometto, ma tu perché credi?
Essendo atea, non riesco a capire come tu comprenda il fatto che credere in un dio possa servire solo da rassicurazione e come modello e creda comunque.

Qualche anno fa mi ero avvicinata alla religione cattolica e avevo riflettuto a lungo su questo tema. Sono arrivata più o meno alla tua stessa conclusione e ho capito che un dio non mi serve.

Riesco a capire da sola cosa è giusto e cosa è sbagliato nella maggior parte dei casi e quando sono in dubbio preferisco discuterne con qualcuno che ne sa più di me e cercare di capire la questione piuttosto che affidarmi alla parola di un dio che, per quanto immaginato giusto e buono, è comunque interpretato da uomini che, come dici anche tu, sbagliano.

Allora si crede solo per paura? Perché non si riesce ad affrontare la morte da soli, accettandola per quello che è? Perché non riusciamo ad essere autonomi, ma dobbiamo sempre appoggiarci a qualcuno?

Mi scuso in anticipo nel caso in cui tu possa interpretare queste parole come un'offesa. Non è assolutamente nelle mie intenzioni, sono solo curiosa, voglio solo capire.

Edited by Reila12 - 24/8/2012, 23:36
 
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BlackArrow
view post Posted on 24/8/2012, 22:51




Assolutamente, non mi sono offesa!

Io credo in Dio perché è bruttissimo pensare di vivere una vita qui, tra sacrifici e soddisfazioni e poi sapere che tanto un giorno morirò e non sarà servito a niente tutto quello che ho fatto. Preferisco credere che questo sia un passaggio e che mi faccia arrivare a qualcosa di più grande dopo la morte. E' una sorta di incitazione a fare sempre di più e a comportarmi per il meglio, perché so che ci sarà qualcosa dopo, per cui valga la pena fare qualcosa di buono qui.
 
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Dreamland.is.nowhere
view post Posted on 25/8/2012, 01:29




CITAZIONE
Io credo in Dio perché è bruttissimo pensare di vivere una vita qui, tra sacrifici e soddisfazioni e poi sapere che tanto un giorno morirò e non sarà servito a niente tutto quello che ho fatto

Non è vero. Per esempio se tu studiassi ed elaborassi un tuo teorema tipo che ne so...quello di pitagora, ciò che hai fatto sarebbe servito.
Ma anche solo fare dei figli rende utile e giusta la tua vita. Con o senza dei di mezzo.


No?
 
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Reila12
view post Posted on 25/8/2012, 10:06




Sono perfettamente d'accordo. Vivere, studiare, creare qualcosa, cercare di migliorare il mondo, insomma si possono trovare milioni di cose da fare che renderanno la nostra vita interessate e degna di essere vissuta.

Non mi piace pensare che la mia vita sia una specie di test per capire se sono buona, voglio vivere qui e ora perché per me è questo che conta.

La nostra vita ha uno scopo se glielo diamo noi, altrimenti sì, è inutile vivere solo per stare al mondo. Insomma per me sarebbe una grande soddisfazione se, nonostante tutto quello che può andare storto nella vita di una persona, riuscissi a fare qualcosa, anche una minima cosa, che possa cambiare un po' il mondo e renderlo più vivibile.

Magari sono un po' un'illusa io, ma credo che valga la pena di vivere anche se dopo non c'è niente. Anzi, il solo fatto che una volta morti sarà finito tutto dà più valore alla vita.

Non voglio fare qualcosa di buono sulla Terra perché so che poi sarò ricompensata, voglio farlo perché so che in questo modo qualcuno starà meglio. Magari anche solo una persona, magari anche solo per un attimo, ma sarà già qualcosa e il semplice fatto che quella persona stia meglio sarà la mia ricompensa.

Ho paura anche io di morire, ma questa paura mi aiuta a fare sempre di più.

Penso che se sei convinto di poter avere un'altra vita dopo la morte questo ti sproni a comportarti meglio per ottenerla, ma se sai che questa è la tua unica possibilità, allora farai di tutto per renderla speciale.
 
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BlackArrow
view post Posted on 25/8/2012, 23:10




CITAZIONE
Non è vero. Per esempio se tu studiassi ed elaborassi un tuo teorema tipo che ne so...quello di pitagora, ciò che hai fatto sarebbe servito.
Ma anche solo fare dei figli rende utile e giusta la tua vita. Con o senza dei di mezzo.


No?

Sì, sicuramente ma poi, per me, non ci sarebbe più niente. L'idea che ci sia qualcosa dopo rassicura, in un certo senso. E' come se non finissi mai.

CITAZIONE
Non voglio fare qualcosa di buono sulla Terra perché so che poi sarò ricompensata, voglio farlo perché so che in questo modo qualcuno starà meglio. Magari anche solo una persona, magari anche solo per un attimo, ma sarà già qualcosa e il semplice fatto che quella persona stia meglio sarà la mia ricompensa.

Assolutamente. E' ovvio che non farei qualcosa di buono qui solo perché so che otterrò una ricompensa dopo. E' anche questione di soddisfazione personale. Se so che aiutare qualcuno e fare qualsiasi cosa per gli altri mi fa stare bene e "in pace con me stessa" lo faccio, indubbiamente e, non certo perché "Così Dio mi riserva qualcosa di bello" ( per intenderci), ma solo perché è una cosa che soddisfa me.
 
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Reila12
view post Posted on 26/8/2012, 09:08




Allora credi perché hai paura di finire? Una vita sola non ti basta?
 
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BlackArrow
view post Posted on 28/8/2012, 22:50




Beh, alla fine Dio o non Dio moriamo tutti, però no, una vita sola non mi basta. Non trovo lo scopo di vivere qui, se poi dopo non c'è niente.
 
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Dreamland.is.nowhere
view post Posted on 28/8/2012, 23:27




Sarò duro nella risposta, ma non ti offendere.

Fatti ammazzare. Se non ha senso/scopo vivere qui, fatti ammazzare e passa oltre no?

 
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Your Truth
view post Posted on 28/8/2012, 23:40




CITAZIONE (BlackArrow @ 28/8/2012, 23:50) 
Beh, alla fine Dio o non Dio moriamo tutti, però no, una vita sola non mi basta. Non trovo lo scopo di vivere qui, se poi dopo non c'è niente.

Io ho una mia personale teoria, ci sto pensando da un po', forse è una troiata ma la scrivo lo stesso:
E se tutto fosse soggettivo? Se per chi pensa che esista dio, ci sia e per chi è ateo no?
 
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Kriegsphilosophie
view post Posted on 29/8/2012, 00:50




Secondo me il fatto di credere in Dio o in una qualsiasi altra forma di divinità (che ricordiamolo, nel tempo è sempre cambiata la forma di Dio, o meglio, la forma della divinità si è spinta sempre più verso l'alto e l'astratto, per una serie di motivi) solo per il fatto di sentire il bisogno di qualcuno che ci "supporta" nelle nostre decisione è un sintomo di insicurezza. Ci si convince che facendo una determinata scelta, la facciamo giusta perché convinti di essere aiutati dal nostro Dio. Ecco, penso sia una forma di insicurezza, proprio perché si ha sempre bisogno di "qualcuno" che ci aiuti a scegliere.

Forse anche da questo capisco perché non credo in Dio e non ne sento il bisogno, semplicemente perché so scegliere da solo e so rendermi conto da solo quando una cosa è giusta o sbagliata (secondo la percezione di giusto/sbagliato che ognuno di noi ha e che si forma dall'ambito socio-culturale in cui cresciamo).

Inoltre, ho sempre visto la credenza in Dio e la credenza in ogni forma di religione come una sorta di sottomissione dell'uomo. Perché devo essere schiavo di qualcuno? Perché devo vivere la mia vita stando attendo a cosa dico/faccio? Perché devo andare in giro e pensare che se faccio qualcosa di "sbagliato" quando sarò morto mi troverò all'inferno? Questa è una cosa che non sopporto, il fatto che molti siano "schiavi" di qualcosa che è astratto.

Si crede in Dio anche perché si ha paura di morire? Ma perché bisogna aver paura di un processo naturale? Si nasce, si cresce e si muore, è la natura che fa il suo corso, quindi per me è assurdo temere la morte. E sia chiaro, non parlo di tragedie che possono colpirci, ma anche lì, non ha tanto senso aver paura. Se succede, succede.

La chiesa ed i preti poi, penso siano tra le cose più brutte di sempre. Non tutti sono così, ma secondo me un prete è una persona normalissima che dovrebbe lavorare come tutti. Il prete dovrebbe esercitare la sua funzione giusto per fede, ma nella vita dovrebbe lavorare come tutti e deve essere messo allo stesso livello delle altre persone. Manda gli amichetti a chiedere la busta di soldi per Natale... Non darò mai un soldo a questa gente, perché qui i soldi si guadagnano lavorando e facendo sacrifici. Possono benissimo farlo anche loro.

Non parlo del Vaticano perché tirerei fuori cose che porterebbero la discussione in altri ambiti, fatto sta che dovrebbe fare solo una cosa: i cazzi suoi. E il Papa la smettesse di dire stronzate dalla finestra, per favore. Le guerre non si risolvono con le preghiere, la gente non arriva a fine mese con le preghiere.

Ora sia chiaro, non sto dicendo che odio i cristiani o cose così, per ognuno è libero di fare quello che vuole e credere in cosa vuole, semplicemente vorrei tanto che si togliessero dalla testa certe cose e che aprissero gli occhi (non mi riferisco a te, tranquilla), e vorrei tanto che la smettessero di seminare il panico ovunque tirando fuori le stronzate del demonio, di Satana e cazzi così, perché davvero, per alcune persone ci vorrebbero dei campi di "rieducazione sociale e culturale", dato che nel 2012 trovo assurdo fare certi discorsi. E ripeto, non mi riferisco a te :)
 
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Reila12
view post Posted on 29/8/2012, 10:47




CITAZIONE
Secondo me il fatto di credere in Dio o in una qualsiasi altra forma di divinità (che ricordiamolo, nel tempo è sempre cambiata la forma di Dio, o meglio, la forma della divinità si è spinta sempre più verso l'alto e l'astratto, per una serie di motivi) solo per il fatto di sentire il bisogno di qualcuno che ci "supporta" nelle nostre decisione è un sintomo di insicurezza. Ci si convince che facendo una determinata scelta, la facciamo giusta perché convinti di essere aiutati dal nostro Dio. Ecco, penso sia una forma di insicurezza, proprio perché si ha sempre bisogno di "qualcuno" che ci aiuti a scegliere.

Sono perfettamente, interamente, completamente d'accordo.
E per mananza assoluta di tempo non scrivo altro, ma tu mi hai tolto le parole di bocca!
 
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Ki (?)
view post Posted on 5/9/2012, 00:22




Affronto il discorso passo per passo perché so che scriverò molto. Preparatevi.


1a)
Per quale motivo si crede? Be', all'inizio si credeva in qualcosa di superiore per spiegare l'inspiegabile, per arrivare a dimostrare qualcosa che per l'uomo non era dimostrabile in altro modo, da qua le varie divinità associate ai vari fenomeni naturali/atmosferici. Poi ci si è accorti che c'era bisogno anche di qualcosa che desse uno scopo alla propria vita, qualcosa che ci dicesse che non siamo qua giusto per diventare humus e dare cibo ad un albero, quindi ogni religione si spiega in modi diversi il post-mortem ed un'eventuale rinascita o resurrezione. Alcune hanno permeato particolarmente la società e sono anche diventate uno strumento di controllo sociale, una sorta di stabilizzatore della società (vedi l'induismo e le sue caste) e sono diventate utili anche a dare uno scopo alla società intera, quindi.

Detto questo, penso che ormai la maggior parte delle persone si avvicini alla religione per paura di ciò che c'è dopo la vita (come dimostra tra l'altro la nostra cara BlackArrow qua sopra). Non per nulla molte persone anziane che non hanno mai creduto veramente durante tutta la loro vita, in punto di morte si avvicinano particolarmente a qualche religione.

1b)
Perché credete? Io non credo, quindi ti dico perché non credo secondo quanto elaborato nel punto qua sopra.

Prima di tutto sono nato in una famiglia atea e non sono stato neanche battezzato. I miei hanno preferito non impormi una loro scelta o una tradizione che avrei potuto non condividere e hanno voluto lasciarmi una scelta libera da fare quando sarei stato più grande e quando sarei stato in grado di decidere per me, in un senso o nell'altro. E io, dopo varie riflessioni, ho deciso di non battezzarmi. Sono ateo convinto anche perché ho accettato la morte come un processo naturale che ognuno, nessuno escluso, deve affrontare e che fa parte della vita, che non le è opposto. Volendo citare il mio gruppo preferito, "morte non è il contrario di vita, ma di nascita". Come diceva Mark, si nasce, si cresce e si muore. Semplicemente lo accetto e non ci trovo nulla d male, anzi, che brutta che sarebbe una vita eterna, tutto perderebbe senso. E ricerco il mio scopo non in un'eterna beatitudine a fianco di Dio (cristianesimo), in un paradiso con varie vergini al mio seguito (islamismo) o nella continua reincarnazione finché non sarò talmente beato da uscire dal ciclo delle rinascite (induismo e buddhismo). Il semplice fatto che io mi decomponga e con questo processo naturale io dia altra vita mi riempie di gioia (infatti non voglio essere sepolto o trattenuto in una qualsiasi bara o loculo di sorta). Non avendo oltretutto bisogno di spiegarmi i fenomeni atmosferici non vedo motivo per cui dovrei credere.

Un altro motivo molto importante per cui rifiuto le religioni sono i dogmi che ognuna di loro si porta dietro. Trovo che atrofizzino la mente umana, che le impediscano di pensare. Dare qualcosa per certo e imprescindibile ti impedisce di porti le domande adeguate perché pensi di non aver bisogno di risposte. Ma così ci si dimentica che la cosa più importante è porsi le domande giuste al momento giusto e non arrivare ad una risposta (che invero molte volte non si può neanche trovare). Il solo processo che ci fa pensare e cercare una risposta che pure può non esistere è uno dei processi più importanti a questo mondo e le religioni e i dogmi lo demoliscono. E ho cercato di approfondire più di una religione (cristianesimo forzatamente, wicca e buddhismo) senza successo e senza farmi trasportare fino in fondo, quindi assolutamente non parlo per partito preso, anzi, più di una volta ho voluto toccare in prima persona certi pensieri e certe esperienze.

Affrontando questo discorso con il mio prof di religione mi sentii rispondere che anche gli atei che denigrano tanto i dogmi fondano la loro credenza (e cioè che dio non esista) su di un dogma. Trovo questa affermazione sbagliata dato che credere che un Dio esista o no non sia porsi un dogma ma sia, appunto, avere una credenza, e ciò è una cosa diversa. Credere che un Dio esista o meno non impedisce di porti domande sulla sua esistenza, sulla sua essenza e sulla sua natura. Accettare dogmi come la sua trascendenza o la sua immanenza, avere dispute su velleità di fondo quali la transustanziazione e la consustanziazione (una delle principali dispute tra protestanti e cattolici ai tempi dello scisma) e accettarne una delle due per partito preso, senza sapere neanche che cosa siano (quanti dei cosiddetti credenti possono dire di aver neanche mai sentito queste due parole?!) o perché si è nati in una famiglia che crede in una piuttosto che l'altra corrente, questi sì che sono dogmi e tradizioni che secondo me vanno affrontati. E una prova lampante ne sono i deisti, che credono nell'esistenza di un Dio ma che rifiutano dogmi, religioni rivelate, libri, canoni, dottrine e compagnia bella. Voltaire (e non lo si può definire uno dei più ottusi a 'sto mondo) era un deista, credeva in un'entità superiore creatrice del mondo e del genere umano, eppure che grand'uomo aperto di mente e riflessivo era!?!

2)
Il problema che tu poni sull'interpretazione libera della Bibbia non è sbagliato, ma devi tenere conto che, in teoria, uno dei capisaldi della fede cattolica è che la chiesa fa da tramite tra Dio e l'uomo. E anche questa era una delle principali dispute tra cattolici e protestanti. Quest'ultimi professano il sacerdozio universale e quindi la libera interpretazione delle scritture, tanto che Lutero fu il primo a tradurre la Bibbia dal latino ad una lingua volgare (intesa come del volgo, del popolo) e a renderla così accessibile a chiunque, cosa che la chiesa cattolica non voleva. Per il cattolicesimo non vale lo stesso quindi, in teoria, se uno è cattolico deve accettare questo fatto e lasciare che il clero faccia da tramite tra lui e il suo Dio. Se uno non accetta ciò in teoria non potrebbe essere considerato cattolico a tutti gli effetti.

Ciò riporta al discorso sui dogmi: accettare le parole (fino a non troppo tempo fa, fino ai patti lateranensi se non vado errato, parole addirittura in latino, che nemmeno si capivano) dette da un prete, prenderle per vere sulla fiducia o interpretare a proprio modo una religione e il modo di vederla? La seconda è troppo complicata per essere applicata da buona parte della popolazione, che preferisce lasciarsi guidare sotto l'aspetto spirituale senza sapere dove viene portata e non interessarsi veramente a questo aspetto, dicendosi credente giusto per tradizione e perché lo sono tutti. Di conseguenza la religione diventa "l'oppio dei popoli" (per citare un personaggio a me caro) e anche per questo non riesco a credere: elaboro troppo personalmente i credi a cui mi sono avvicinato e mi pongo troppe domande finendo per allontanarmi da ciò che viene considerata tale religione e dalla dottrina sulla quale mi sono informato e quindi alla fine, pur condividendo certi aspetti anche pienamente, non posso mai considerarmi a pieno titolo un buddhista, un wiccan o chissà che altro. E con questo ho aggiunto un'altra motivazione al punto 1b.

3)
Perché lo stato vaticano possiede ricchezze? Perché gli uomini sono fallaci e certi amano il potere e la ricchezza più di qualunque altra cosa, perché coi concili di Nicea, volendo canonizzare e dare un credo comune a quelli che alla fine erano cristiani, credenti smarriti senza una vera guida e che seguivano molte correnti diverse della stessa religione che vennero eliminate coi concili suddetti, si sono poste le basi per tutte le truffe successive della chiesa, tra le quali il potere temporale (la truffa più grande della storia mondiale, non so se ne sapete la storia) che insensatamente e ingiustamente persiste tuttora.

Ovviamente, una volta acquistati certi privilegi o certe ricchezze risulta difficile abbandonarli e figurati se il Vaticano o il papa rinunciano a tutto ciò che hanno accumulato in un millennio e mezzo di storia!!

4)
Per quanto riguarda i cristiani che si allontanano dalla parola di Dio con atteggiamenti xenofobi, la realtà è che la madre degli idioti è sempre incinta (si diceva così, vero?) esistono dappertutto e gli estremisti fanno parte di questa categoria. Ciò vale anche per gli atei, eh! Gli estremisti sono la peggiore piaga dell'umanità.

In ogni caso, quelli non sono veri credenti, quindi faccio fatica a considerarli cristiani e non penso vadano contro la parola del loro di Dio. Prendono la parola di Dio come scusa e giustificazione per coprire i loro aborti (qualcuno ha detto Crociate?), ma non sono veri credenti. E purtroppo gente così la si troverà sempre e dappertutto. Pensa che nel Corano non sta scritto da nessuna parte che si debba indossare il burqa, si trova scritto solo che la donna si deve vestire in modo consono adeguato. Se poi per gli estremisti modo consono e adeguato vuol dire lasciare scoperti solo gli occhi, be'... Dal loro punto di vista loro sono nel giusto e noi nel torto.


Penso di aver finito. Passo e chiudo.
 
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Kriegsphilosophie
view post Posted on 5/9/2012, 08:26




CITAZIONE
"Trovo che atrofizzino la mente umana, che le impediscano di pensare. Dare qualcosa per certo e imprescindibile ti impedisce di porti le domande adeguate perché pensi di non aver bisogno di risposte. Ma così ci si dimentica che la cosa più importante è porsi le domande giuste al momento giusto e non arrivare ad una risposta (che invero molte volte non si può neanche trovare). Il solo processo che ci fa pensare e cercare una risposta che pure può non esistere è uno dei processi più importanti a questo mondo e le religioni e i dogmi lo demoliscono."

Giustissimo. E questo discorso per me vale per ogni religione, da quella che magari ti fanno passare come la "più figa" a quella "più brutta". Un giorno magari tireranno fuori dei nuovi credo che sembreranno darti una libertà assoluta, dove diranno che "non ci sono dogmi", ma sarà comunque una religione, e per questo ti imporrà determinate cose, che siano piccole o grandi, saranno sempre cose che verranno imposte, e io non voglio vivere pensando o agendo secondo dogmi. Oltre al fatto che le religioni ed i suoi dogmi atrofizzano il cervello, io penso che renda anche schiavo l'essere umano, che lo incateni alle caviglie con una catena lunga magari, ma limitata, che non ti fa andare oltre un certo punto, e il solo fatto di pensare di essere incatenato sia mentalmente che fisicamente, mi fa impazzire, non ci riuscirei.
 
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18 replies since 23/8/2012, 13:06   165 views
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