| Affronto il discorso passo per passo perché so che scriverò molto. Preparatevi.
1a) Per quale motivo si crede? Be', all'inizio si credeva in qualcosa di superiore per spiegare l'inspiegabile, per arrivare a dimostrare qualcosa che per l'uomo non era dimostrabile in altro modo, da qua le varie divinità associate ai vari fenomeni naturali/atmosferici. Poi ci si è accorti che c'era bisogno anche di qualcosa che desse uno scopo alla propria vita, qualcosa che ci dicesse che non siamo qua giusto per diventare humus e dare cibo ad un albero, quindi ogni religione si spiega in modi diversi il post-mortem ed un'eventuale rinascita o resurrezione. Alcune hanno permeato particolarmente la società e sono anche diventate uno strumento di controllo sociale, una sorta di stabilizzatore della società (vedi l'induismo e le sue caste) e sono diventate utili anche a dare uno scopo alla società intera, quindi.
Detto questo, penso che ormai la maggior parte delle persone si avvicini alla religione per paura di ciò che c'è dopo la vita (come dimostra tra l'altro la nostra cara BlackArrow qua sopra). Non per nulla molte persone anziane che non hanno mai creduto veramente durante tutta la loro vita, in punto di morte si avvicinano particolarmente a qualche religione.
1b) Perché credete? Io non credo, quindi ti dico perché non credo secondo quanto elaborato nel punto qua sopra.
Prima di tutto sono nato in una famiglia atea e non sono stato neanche battezzato. I miei hanno preferito non impormi una loro scelta o una tradizione che avrei potuto non condividere e hanno voluto lasciarmi una scelta libera da fare quando sarei stato più grande e quando sarei stato in grado di decidere per me, in un senso o nell'altro. E io, dopo varie riflessioni, ho deciso di non battezzarmi. Sono ateo convinto anche perché ho accettato la morte come un processo naturale che ognuno, nessuno escluso, deve affrontare e che fa parte della vita, che non le è opposto. Volendo citare il mio gruppo preferito, "morte non è il contrario di vita, ma di nascita". Come diceva Mark, si nasce, si cresce e si muore. Semplicemente lo accetto e non ci trovo nulla d male, anzi, che brutta che sarebbe una vita eterna, tutto perderebbe senso. E ricerco il mio scopo non in un'eterna beatitudine a fianco di Dio (cristianesimo), in un paradiso con varie vergini al mio seguito (islamismo) o nella continua reincarnazione finché non sarò talmente beato da uscire dal ciclo delle rinascite (induismo e buddhismo). Il semplice fatto che io mi decomponga e con questo processo naturale io dia altra vita mi riempie di gioia (infatti non voglio essere sepolto o trattenuto in una qualsiasi bara o loculo di sorta). Non avendo oltretutto bisogno di spiegarmi i fenomeni atmosferici non vedo motivo per cui dovrei credere.
Un altro motivo molto importante per cui rifiuto le religioni sono i dogmi che ognuna di loro si porta dietro. Trovo che atrofizzino la mente umana, che le impediscano di pensare. Dare qualcosa per certo e imprescindibile ti impedisce di porti le domande adeguate perché pensi di non aver bisogno di risposte. Ma così ci si dimentica che la cosa più importante è porsi le domande giuste al momento giusto e non arrivare ad una risposta (che invero molte volte non si può neanche trovare). Il solo processo che ci fa pensare e cercare una risposta che pure può non esistere è uno dei processi più importanti a questo mondo e le religioni e i dogmi lo demoliscono. E ho cercato di approfondire più di una religione (cristianesimo forzatamente, wicca e buddhismo) senza successo e senza farmi trasportare fino in fondo, quindi assolutamente non parlo per partito preso, anzi, più di una volta ho voluto toccare in prima persona certi pensieri e certe esperienze.
Affrontando questo discorso con il mio prof di religione mi sentii rispondere che anche gli atei che denigrano tanto i dogmi fondano la loro credenza (e cioè che dio non esista) su di un dogma. Trovo questa affermazione sbagliata dato che credere che un Dio esista o no non sia porsi un dogma ma sia, appunto, avere una credenza, e ciò è una cosa diversa. Credere che un Dio esista o meno non impedisce di porti domande sulla sua esistenza, sulla sua essenza e sulla sua natura. Accettare dogmi come la sua trascendenza o la sua immanenza, avere dispute su velleità di fondo quali la transustanziazione e la consustanziazione (una delle principali dispute tra protestanti e cattolici ai tempi dello scisma) e accettarne una delle due per partito preso, senza sapere neanche che cosa siano (quanti dei cosiddetti credenti possono dire di aver neanche mai sentito queste due parole?!) o perché si è nati in una famiglia che crede in una piuttosto che l'altra corrente, questi sì che sono dogmi e tradizioni che secondo me vanno affrontati. E una prova lampante ne sono i deisti, che credono nell'esistenza di un Dio ma che rifiutano dogmi, religioni rivelate, libri, canoni, dottrine e compagnia bella. Voltaire (e non lo si può definire uno dei più ottusi a 'sto mondo) era un deista, credeva in un'entità superiore creatrice del mondo e del genere umano, eppure che grand'uomo aperto di mente e riflessivo era!?!
2) Il problema che tu poni sull'interpretazione libera della Bibbia non è sbagliato, ma devi tenere conto che, in teoria, uno dei capisaldi della fede cattolica è che la chiesa fa da tramite tra Dio e l'uomo. E anche questa era una delle principali dispute tra cattolici e protestanti. Quest'ultimi professano il sacerdozio universale e quindi la libera interpretazione delle scritture, tanto che Lutero fu il primo a tradurre la Bibbia dal latino ad una lingua volgare (intesa come del volgo, del popolo) e a renderla così accessibile a chiunque, cosa che la chiesa cattolica non voleva. Per il cattolicesimo non vale lo stesso quindi, in teoria, se uno è cattolico deve accettare questo fatto e lasciare che il clero faccia da tramite tra lui e il suo Dio. Se uno non accetta ciò in teoria non potrebbe essere considerato cattolico a tutti gli effetti.
Ciò riporta al discorso sui dogmi: accettare le parole (fino a non troppo tempo fa, fino ai patti lateranensi se non vado errato, parole addirittura in latino, che nemmeno si capivano) dette da un prete, prenderle per vere sulla fiducia o interpretare a proprio modo una religione e il modo di vederla? La seconda è troppo complicata per essere applicata da buona parte della popolazione, che preferisce lasciarsi guidare sotto l'aspetto spirituale senza sapere dove viene portata e non interessarsi veramente a questo aspetto, dicendosi credente giusto per tradizione e perché lo sono tutti. Di conseguenza la religione diventa "l'oppio dei popoli" (per citare un personaggio a me caro) e anche per questo non riesco a credere: elaboro troppo personalmente i credi a cui mi sono avvicinato e mi pongo troppe domande finendo per allontanarmi da ciò che viene considerata tale religione e dalla dottrina sulla quale mi sono informato e quindi alla fine, pur condividendo certi aspetti anche pienamente, non posso mai considerarmi a pieno titolo un buddhista, un wiccan o chissà che altro. E con questo ho aggiunto un'altra motivazione al punto 1b.
3) Perché lo stato vaticano possiede ricchezze? Perché gli uomini sono fallaci e certi amano il potere e la ricchezza più di qualunque altra cosa, perché coi concili di Nicea, volendo canonizzare e dare un credo comune a quelli che alla fine erano cristiani, credenti smarriti senza una vera guida e che seguivano molte correnti diverse della stessa religione che vennero eliminate coi concili suddetti, si sono poste le basi per tutte le truffe successive della chiesa, tra le quali il potere temporale (la truffa più grande della storia mondiale, non so se ne sapete la storia) che insensatamente e ingiustamente persiste tuttora.
Ovviamente, una volta acquistati certi privilegi o certe ricchezze risulta difficile abbandonarli e figurati se il Vaticano o il papa rinunciano a tutto ciò che hanno accumulato in un millennio e mezzo di storia!!
4) Per quanto riguarda i cristiani che si allontanano dalla parola di Dio con atteggiamenti xenofobi, la realtà è che la madre degli idioti è sempre incinta (si diceva così, vero?) esistono dappertutto e gli estremisti fanno parte di questa categoria. Ciò vale anche per gli atei, eh! Gli estremisti sono la peggiore piaga dell'umanità.
In ogni caso, quelli non sono veri credenti, quindi faccio fatica a considerarli cristiani e non penso vadano contro la parola del loro di Dio. Prendono la parola di Dio come scusa e giustificazione per coprire i loro aborti (qualcuno ha detto Crociate?), ma non sono veri credenti. E purtroppo gente così la si troverà sempre e dappertutto. Pensa che nel Corano non sta scritto da nessuna parte che si debba indossare il burqa, si trova scritto solo che la donna si deve vestire in modo consono adeguato. Se poi per gli estremisti modo consono e adeguato vuol dire lasciare scoperti solo gli occhi, be'... Dal loro punto di vista loro sono nel giusto e noi nel torto.
Penso di aver finito. Passo e chiudo.
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